
Forse no, forse è la coscienza di tutti i giorni di quel che accade nel mondo dove viviamo che ce ne fa parlare spesso, bene così, perchè l'informazione promuove la consapevolezza e la consapevolezza genera incontro, discussione e scambio. Positività.
Su diversi blog che seguo con crescente soddisfazione ho letto in questi giorni appunti, appelli, iniziative rivolte al consumo critico (riferito in particolare all'universo "cibo-alimentazione" ma estendibile a ogni altro aspetto del quotidiano) e alla sostenibilità, alla diffidenza verso la grande distribuzione e così via: salsadisapa ha pubblicato il link al pdf del Wwf, una "Guida al consumo consapevole dei prodotti del mare", in un post velatamente introspettivo e ammirevole la frenk manifestava il suo disappunto riguardo alcune scelte della nostra società.
Quel che mi occupa nella vita mi porta a considerare in prima battuta la questione del vivere sostenibile: si fa un gran parlare di "architettura sostenibile" che si sarebbe portatia pensare che i problemi della madre terra stiano a cuore ai progettisti, ma troppo spesso non è così. Eppure con poco ma buono si può fare molto e meglio, come dimostrano nel loro piccolo queste panchine: quasi un segno di riappacificazione (o meglio di tregua) per me con il design, che ho sempre considerato come vago e egocentrico, superficiale e troppo spesso inutilmente dispendioso.
Se diventa sostenibile lui, figuriamoci se non possiamo fare qualcosa anche noi.


Cercando in rete, tra le innumerevoli pagine al riguardo, ho trovato e scelto di pubblicare qui alcuni consigli pratici che possiamo applicare o perlomeno considerare; per i fiorentini un appunto particolare viene da Terra Futura, che promuove sul tema una mostra-convegno internazionale alla fine di maggio.
Sediamoci a riflettere.

Tutte le immagini sono tratte dal sito http://www.architetto.info/